Cari amici, finalmente riesco a pubblicare la decima puntata che so, state aspettando con impazienza! Scusate il ritardo ma questi sono giorni di intenso lavoro a 360° .
Sono convinta però che ne sia valsa la pena di aspettare un po’ di più del solito perchè la puntata di oggi è davvero…. Scopritelo voi!
Un grande abbraccio dalla vostra Maestra Mariachiara 🌈🍀🎵✨👩🏻
STORIA DI ALINA CANTERINA, DEI SUOI SIMPATICI AMICI E DI UN SOGNO di M. Varago
PLATO INNAMORATO – DECIMO CAPITOLO
Da giorni Alina si sentiva agitata. Si impegnava a studiare e cantare ogni istante in cui Nora lavorava al piano e impartiva lezioni ai cantanti ma le sembrava di non essere mai all’altezza. Desiderava tanto cantare ma forse il suo era un obiettivo irraggiungibile e lei, una povera illusa. E poi, lei era solo un gatto e all’Arena ci andavano gli umani. Sì, sicuramente era una sciocca a voler studiare e cantare per un giorno poter partecipare agli spettacoli.
Mentre si sentiva così abbacchiata e depressa, udì qualcuno, fuori, che faceva dei discorsi. Una voce sconosciuta, mai sentita prima. Uscì sul balcone incuriosita e vide un gatto, nel balcone del palazzo accanto, che andava avanti e indietro mentre parlava tra sé e sé ad alta voce:- … Questi umani mi hanno strappato dai miei familiari e adesso vogliono che stia in questo posto! A me piaceva stare con tutti i miei fratelli e sorelle, con la mamma e gli zii del vicolo… Cavoletti di Bruxelles! Melanzane della Romagna! Ma è possibile che sia finito in questo posto? Tutto solo? … – Era un giovane gatto soriano di bell’aspetto: Il suo mantello grigio era molto elegante e sulla fronte aveva disegnata la caratteristica “ M “ che sembrava una corona.

Alina al sentire quelle parole si commosse e non riuscì a trattenersi dal rispondergli: – Ti capisco! Ma non sei solo! – Il gatto si voltò di scatto, sorpreso che ci fosse qualcuno lì a sentirlo in quel luogo dove credeva d’essere lontano da sguardi e orecchi indiscreti. Guardò in giù ma non vide nessuno. Poi alzò la testa ma non c’era anima viva. Finchè guardò dritto e la vide. Furono dieci secondi di silenzio, di musica, di dolcezza, di meraviglia. Il suo cuore si era fermato. Per poi, ricominciare a battere all’impazzata: .- TU-TUM , TU-TUM ,TU-TUM … – Chi era quella dolcissima e bellissima gattina dagli occhi blu che gli stava parlando?… Allora era per questo che il buon dio lo aveva portato via dal suo paese dov’era nato?… – Ehi tu! Ma mi senti? – Alina era seccata. Quel tipo neppure le rispondeva!

Stava quasi per rientrare in casa indignata, quando quello riuscì a svegliarsi dall’incanto e a dire: – Mi scusi signorina! Sono desolato! Non volevo mancarle di rispetto! … – Alina si fermò e lo guardò con aria un po’ sostenuta. Il soriano riprese:- Sono stato strappato via dai miei cari, contro la mia volontà… – Alina ritornò indietro verso la colonnina di marmo e lo guardò. Era un micio dall’aria forte e nobile. Le stava parlando con rispetto e devozione. Rimase rapita. Poi disse: – Ti capisco. Anch’io ho perso la mia mamma e i miei fratelli… Sono Alina … e tu?… –
Il gatto grigio rimase come imbambolato per una manciata di secondi mentre ripeteva : – Alina… – Poi si riprese e quindi si presentò : – Io sono Paco e mi sento innamorato ! – Alina pensò che forse a quel gatto mancava qualche rotella e lo guardò come si guarda un poveretto per cui si prova pena. Paco si accorse della gaffe e per rimediare cominciò a raccontarle che proveniva da una famiglia di insegnanti, filosofi e medici e che lo avevano chiamato Plato in onore del grande filosofo e scrittore Platone, discepolo di Socrate e maestro di Aristotele. Allora Alina faceva mille domande per saperne di più; così mentre parlavano fitto, fitto da un terrazzo all’altro, sotto in piazza Bra, si era fermato un capannello di gente che divertita, ascoltava il curioso e dolce miagolio dei nostri due amici felini.

Sono curiosa di vedere come proseguirà la storia e se Alina cadrà tra le braccia del simpatico Plato. Un abbraccio.
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